Psicologia del look: come la mente influenza il modo di vestire

Scegliere come vestirsi richiede valutazioni spesso inconsce: alla base di ogni look sfoggiato c’è una consistente, ma impercettibile, percentuale di psicologia.

Dopo neuroscienza e neuromarketing nasce il neurofashion, o la psicologia del look, con l’obiettivo di studiare le scelte personali compiute attraverso l’abbigliamento. Se è vero che scegliendo come vestirci mettiamo in scena la nostra personalità, è anche vero che spesso preferiamo un capo ad un altro sulla base di valutazioni legate al contesto o al messaggio non verbale che intendiamo trasmettere.

“Dimmi chi sei e ti dirò come vestirti” dicevano un tempo le esperte di moda. Tuttavia, la diffusione di internet ha permesso di conoscere più in profondità i consumer ribaltando il vecchio motto. La mia esperienza di consulente d’immagine mi ha insegnato che spesso è proprio il modo di vestire a raccontare, o camuffare, l’essenza di un cliente, dunque “dimmi come ti vesti e ti dirò chi sei”!

Mettere insieme un look, abbinare con cura colori, tessuti e fantasie assume particolare importanza in quella che McLuhan definiva la “società della vista”. Oggi la prima impressione è davvero fondamentale: diventa uno strumento prezioso per il personal branding, un codice per mostrare chi sei anche solo tramite un mezzobusto sfocato in videochiamata.

Più l’occasione è importante, più è necessario curare ogni dettaglio. Quante volte hai fissato l’armadio alla ricerca del look giusto per un esame, un colloquio o un evento mondano?

Analizzare a fondo le motivazioni che si celano dietro le scelte di stile è compito degli psicologi della moda, le consulenti, invece, possono fornire consigli oggettivi basati sull’aspetto e la fisicità. In questo articolo troverai tutto quello che le consulenti non dicono, con una serie di considerazioni relative al colore e allo stile e qualche esempio Vip.

Abbigliamento e psicologia: partiamo dal colore

Non sempre una palette è in grado di regalare il buonumore. Armocromia e psicologia del colore sono teorie che trascurano lo stato d’animo, tuttavia è risaputo che il nero non sia il miglior colore per manifestare allegria e apertura e che il rosa, ad esempio, rimandi ad una dimensione legata al mondo dell’infanzia. Si fa presto a dire rosa, ma qual è il più adatto a te? Prima di impugnare una cartella colori alla ricerca della tonalità più adeguata, ricorda che, anche nel vestire, il benessere psicofisico è la priorità. Sentiti libera di sfoggiare un colore non in palette se riesce a farti sentire irresistibile, magari allontanalo dal volto utilizzando un foulard o scegliendo un capo con scollo a V.

La psicologia per vestire con personalità

Se è vero che la prima impressione conta è anche vero che può ingannarci. Pensate a Fedez, un ragazzo duro e tatuato diventato celebre anche per il suo impegno sociale, le sue lacrime da neopapà e gli attacchi di panico prima di salire sul palco dell’Ariston. È per questo che una buona consulente deve osservare tutto. Solo uno studio globale dell’abbigliamento, accompagnato da un dialogo con il cliente, può mettere in luce le motivazioni dietro ciascuna scelta di stile e permettere di contestualizzare lo stato d’animo.

Fedez non è il solo a compiere scelte di stile strategiche che fanno tendenza (d’altronde ha al suo fianco chi di stile ne sa qualcosa). Sono molti i personaggi che hanno reso iconico un capo associandolo ad un tratto della propria personalità. Pensate ad Obama e alle sue conferenze in pantaloni da jogging per mostrare autenticità e vicinanza agli elettori o ai memorabili outfit pastello della Regina Elisabetta che lasciano trapelare la sua personalità frizzante o ancora al classico dolcevita total black, da Steve Jobs in poi sinonimo di informalità e competenza nel mondo del tech.

Oggi più che mai, con le battaglie sull’identità di genere e una maggiore fluidità dei costumi, scegliere cosa indossare diventa una questione quasi politica. Il look mostra cosa pensi, ciò che sei e quello che vuoi. Ognuno di noi, anche il meno conformista, sceglie ogni giorno di aderire ad uno stile o di mixarne un paio nella composizione del suo outfit. Emo, hippie, classy, cool: sono solo alcuni lifestyle che traducono precise scelte di vita e stilistiche dettate da credenze, ideali e senso di appartenenza.

Anche un semplice accessorio può tradursi in diversi mood. Le scarpe, ad esempio, raccontano molto. I tacchi a spillo sono l’emblema della sensualità, un tacco bon ton mostra una personalità più austera, le ballerine confidenza e mancata formalità, per quanto riguarda le sneakers sono così di tendenza che risulta difficile contestualizzarle e affidare loro un messaggio.

Gli occhiali completano il tutto aiutando ulteriormente a definire l’immaginario professionale di un individuo. Chi ama uno stile classy sceglierà un tartarugato neutro, chi invece svolge lavori creativi sarà più incline a montature colorate ed eccentriche. C’è poi un luogo comune, che non intendo smentire, secondo il quale i designer preferiscono gli occhiali in metallo e le segretarie le montature cat-eye.

Tutti, anche coloro che mostrano maggiore resistenza, non possono liberarsi dal condizionamento dalla moda e non possono rimuovere l’inconscio dalle proprie scelte di stile.

Fatichi a trovare uno stile personale? Il mondo della moda ti appare distante e l’idea di metterti in gioco con gli accessori crea solo ulteriore confusione? Contattami per una consulenza e sarò in grado di tirare fuori la tua personalità attraverso i giusti abiti e completando il guardaroba con dettagli strategici.

 

 

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